La mia esperienza di volontariato è iniziata nel giugno del  2013. Finita l’università ero desiderosa di rendermi utile e avevo fatto domanda per un progetto di volontariato sociale in un orfanotrofio a Pondicherry, in India. Il progetto purtroppo non partì a causa di problemi burocratici, suscitando in me parecchia frustrazione. Una sera andando a cena a casa di amici e, raccontando della mia delusione per non aver potuto intraprendere l’esperienza che mi avrebbe cambiato la vita, ho trovato l’esperienza che mi ha cambiato la vita davvero.

Marco, uno dei ragazzi presenti mi ha subito sottolineato: “Sere guarda che non hai bisogno di fare uno SVE per aiutare il prossimo. Io da cinque anni sono volontario in ambulanza e una notte ogni nove la dedico ad aiutare gli altri.” Il mercoledì dopo mi sono presentata alla selezione per diventare volontaria anche io. Dopo 6 anni di servizio posso affermare con convinzione che l’esperienza del volontariato è estremamente arricchente.

Vi racconto di me per riflettere insieme sul perché si fa volontariato

In prima battuta mi viene da coinvolgere il piacere personale. La necessità viscerale di sentirsi utili e di ricevere un grazie ed un sorriso unito, forse, ad un sentito di dovere. Sentirsi a posto con se stessi e scontrarsi con quelle che riteniamo ingiustizie sociali è una grande spinta a fare del bene. Forse chi fa volontariato rincorre il desiderio utopico di trasformare ”l’uomo nero”, impersonificazione dell’ingiustizia sociale, della malattia e nel diverso, citato nella più famosa ninna nanna e antagonista per eccellenza di tutte le storie dei bambini, nel protagonista buono delle nostre storie.

Sono tuttavia convinta che la nostra società individualista, dove tutti sono concentrati sul soddisfacimento dei propri bisogni senza condividere con gli altri, non ci aiuta a sensibilizzare e a ricreare le fondamenta per la cultura del volontariato.

Perché è più difficile trovare volontari oggi?

Qualche tempo fa ho partecipato ad un interessante incontro con un pedagogista che ragionava sui fondamenti antropologici della società civile. Il suo accento cadeva sulla fiducia verso il prossimo, che dovrebbe essere implicita in ogni relazione sociale di aiuto. Ci vuole fiducia infatti nelle associazioni per svolgere le attività di volontariato, nel progetto messo in campo e infine nel possibile cambiamento.

Elena De Palma, esperta di peopleraising, parla di volontari per caso. Oggi non si fa più volontariato solo per la condivisione degli ideali, ma perché si hanno obiettivi funzionali di crescita personale. Si pensi agli psicologi, agli infermieri e ai medici di domani, che spesso svolgono attività di volontariato in ambito sanitario, per accrescere il loro sapere e poter mettere le loro competenze sul campo prima di aver terminato il percorso di studi.

Per concludere…

Trovare volontari è sempre più complicato e le persone si aspettano sempre più formazione e necessitano di più stimoli per approcciarsi. Il mio consiglio, a chi si occupa di trovare volontari, è di svolgere attività di volontariato per comprendere le necessità dei volontari di oggi in prima persona.

Per saperne di più su come una piccola associazione può trovare volontari: Come cercare volontari da zero in poche mosse.

Buone riflessioni

Serena